Più equità e solidarietà nell'economia: un'equazione di equità economica?

Se abbiamo pubblicato molto (1) sulla nostra visione di correttezza e solidarietà in e con l'azienda, anche sul nostro blog RémiG DPP (si veda in particolare l'articolo "Modello di remunerazione ideale per le aziende"), le novità dei settori del latte e delle carni ci portano a tornare sul nostro approccio all'equa distribuzione del valore aggiunto nei settori alimentari. Quanto segue si ispira quindi alla trattazione proposta nel libro “Proposte per un'economia equa” (2).

Proposta di un'equazione per l'equità economica

La disuguaglianza è particolarmente flagrante nel caso dei settori produttore-consumatore per i quali i produttori sottoposti a una concorrenza senza confini e i colossi della distribuzione si scontrano, dove si battono la pentola di terracotta contro la pentola di ferro, tramite intermediari che non vogliono rinunciare o perdere nulla, via detta da altrove. E le notizie si occupano regolarmente di mostrare il file realtà delle nostre accuse anche i drammi hanno generato ...

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Il nostro suggerimento visto attraverso l'agricoltore-produttore di latte ...

Il primo della filiera alimentare "latte" e prodotti derivati ​​(e che non fa il "peso" per negoziare il prezzo delle proprie materie prime: fertilizzanti, idrocarburi ...) deve ricevere, in ogni circostanza, cioè a- dire ha portato "strutturalmente", in modo legislativo, la garanzia di un profitto minimo B1 dovuto al suo lavoro in relazione alla totalità del profitto realizzato dal "suo avallo".

Quindi, chiamare Pc è il prezzo per il consumatore finale di latte, Pf il prezzo minimo di vendita dell'agricoltore - produttore, C il suo prezzo di costo comprensivo del salario, B1 il suo profitto minimo (Pf = C + B1) e Bn-1 l'intero del profitto a valle, ponendo λ il valore relativo al valore aggiunto a valle, oppure λ = B (n-1) / (Pc-Pf), allora il profitto minimo B1 da garantire - a nostro avviso - all'agricoltore - il produttore verificherebbe B1 / (C + B1) = λ, oppure:

B1 = C.λ / (1-λ)

E Pf = C + B1

(E, chiamando Bn tutti i guadagni del settore avrebbero sempre B1 / (C + B1) = B (n-1) / (Pc-Pf) = Bn / Pc = λ)

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Un esempio numerico:

Se C = 0,5; Pf = 1; Pc = 2; B (n-1) = 0,25
Quindi λ = 0,25 / (2-1) = 0,25
E B1 = 0,25 x 0,5 / 1 - 0,25) = 0,166
(Bn = 0,5)
E Pf = 0,5 + 0,166 = 0,666

Osserviamo poi che, secondo il suggerimento, il valore di B1 aumenta con il prezzo di costo C e con il valore dei benefici “a valle”. Il sistema permette all'agricoltore-produttore di favorire la sfida della qualità, evita l'abuso del margine “a valle” conseguito a scapito del primo fornitore della filiera, lasciando a quest'ultimo la libertà delle proprie strategie. ottimizzazione per il suo costo di produzione C (gioca il qualitativo contro il quantitativo ecc.).

Allo stesso tempo il dispositivo si presta ad un controllo amministrativo formale (a posteriori).

Si può prevedere che il generalizzazione di questa disposizionecorreggi la sfida avversa della corsa ai prezzi più bassi in tutti i settori e porterebbe un po 'di saggezza in un business globale che rovina il pianeta e la razza umana.
Rémi Guillet
(1) Vedi in particolare ed. Harmattan "Per una maggiore solidità tra capitale e lavoro" (R. Guillet. 2004 e versione e-book nel 2009)
(2) Vedi ed. le "Proposte per un'economia equa" Harmattan (R. Guillet. 2012 e versione e-book nel 2015)

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