Glaciazione dell'Antartide: un'origine atmosferica piuttosto che oceanica

Due articoli sulla rivista Paleoceanography, dopo un'altra pubblicazione all'inizio del 2003 su Nature, sfidano la teoria più avanzata per spiegare la formazione della calotta glaciale antartica 32 milioni di anni fa. Per decenni, i climatologi hanno creduto che la separazione delle terre antartiche e australiane 35 milioni di anni fa avesse rimosso le calde correnti marine in atto, causando il raffreddamento originale della copertura di ghiaccio lunga un chilometro che copre oggi il Polo Sud. Ma l'analisi dei campioni prelevati nel 2000 dalla costa dell'isola di Tasmania (che in passato era un ponte di collegamento tra i due continenti) suggerisce un altro scenario.

 Infatti, i ricercatori della Purdue University (Indiana) e vari istituti americani e internazionali (Svezia, Canada, Paesi Bassi e Regno Unito) hanno trovato la traccia, in sedimenti risalenti all'Eocene (tra -54 e -35 milioni di anni fa), fossili di microrganismi associati all'acqua fredda. Una scoperta incompatibile con l'ipotesi di una corrente calda che impedisce la glaciazione fino allo scioglimento dei continenti. Il team rileva inoltre che sono trascorsi due milioni di anni tra l'apertura delle acque tra la Tasmania e l'Antartide e il fenomeno della rapida glaciazione (in poche migliaia di anni). Per gli scienziati, la spiegazione più plausibile per l'enigmatico calore di questa regione durante l'Eocene e il suo successivo raffreddamento sarebbe un calo massiccio e piuttosto improvviso dei livelli di anidride carbonica nell'aria. Lo stesso aveva già avanzato questa teoria a seguito dell'analisi dei fossili trovati a El Kef in Tunisia (lavoro pubblicato nella primavera del 2004). Questa teoria, che resta da confermare, rafforza i timori legati all'attuale riscaldamento globale; implica che i cambiamenti nell'atmosfera possono avere un impatto significativo in un periodo geologico relativamente breve. 03/01/05

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(Nuova teoria della calotta antartica)
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A43455-2005Jan2.html
http://web.ics.purdue.edu/~huberm/
http://news.uns.purdue.edu/html4ever/2004/041227.Huber.Antarctica.html

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