Fiorisce la commercializzazione del "free" sugli scaffali dei supermercati e la pubblicità accattivante sta prendendo piede "senza OGM", "senza olio di palma", "senza glutine", "senza parabeni", "senza conservanti" ...
Paranoia alimentare
Tutte queste accuse negative alimentano la paranoia alimentare e sviluppano un clima di sfiducia tra i consumatori che potrebbero eventualmente rivoltarsi contro i rivenditori di massa! Quest'ultimo corre il rischio di finanziare associazioni di attivisti contrarie ai pesticidi e agli OGM per contribuire allo sviluppo del mercato biologico più redditizio. Carrefour e Auchan stanno finanziando CRIIGEN *, i cui studi pubblicizzati e dipendenti contro gli OGM e il weedkiller Roundup® sono regolarmente contestati dalla comunità scientifica.
Diverse società di distribuzione di prodotti biologici, come Biocoop, partecipano al finanziamento dell'associazione Générations Futures, la punta di diamante dell'opposizione ai pesticidi.
Nell'ottobre 2010, Carrefour ha lanciato un'importante campagna di marketing "alimentata senza OGM" su 300 prodotti del suo marchio da allevamento. Operazione salutata da José Bové, Greenpeace e WWF. Questa iniziativa voleva essere rassicurante per i consumatori. Ma quanti consumatori sanno che nessun prodotto alimentare derivato da animali nutriti con OGM (carne, latte, uova) può contenerne tracce (DNA o proteine)?
Gli alimenti biologici percepiti senza pesticidi o OGM sono considerati benefici per la salute e l'ambiente e sono innegabilmente diventati un settore di mercato redditizio e redditizio per tutti i principali gruppi alimentari.
Tanti giocatori che preferiscono cancellare i reali rischi per la salute dei prodotti etichettati AB, in particolare contaminanti biologici come micotossine, salmonella o batteri. Chi osa dimenticare che un ceppo mutante e patogeno dell'Escherichia coli ha causato circa cinquanta morti in Germania nel 2011?
L'operazione di marketing lanciata con grande pubblicità nel gennaio 2017 dal gruppo Système U, finalizzata all'eradicazione di "90 sostanze controverse" nei prodotti del proprio marchio, costituisce una nuova e preoccupante deriva nella grande distribuzione alimentare. Il CEO di Système U afferma che queste 90 sostanze incriminate sono il risultato di 5 anni di ricerca esperta. Quali esperti? Le loro identità non vengono rivelate. Nemmeno i loro studi. https://www.latribune.fr/opinions/tribu ... 61603.html
Ne passo alcuni e m ...