Prendiamolo con calma: no, il picco del petrolio non è una visione economica, ma una realtà fisica che proclama che abbiamo (una volta raggiunto) la stessa quantità di olio che è stata consumata in precedenza, ma che la quantità di energia necessario per l'estrazione sarà (e sempre più) molto più grande rispetto al periodo precedente (che limita ipso facto il volume recuperabile, molto più del solo costo pecuniario).
Lei scrive:
Ma in che modo è un pericolo fatale? La nostra ingordigia ci porta ad evolvere ea prendere coscienza di certe cose inaccessibili senza questa forma di evoluzione per errore.
Il pericolo è proprio che questa consapevolezza dell'abuso di energia non si traduca in alcun modo nelle rettifiche che questo implica, ma al contrario in una corsa precipitosa che a volte sembri avallare. Questo è particolarmente vero quando si parla dell'avventura spaziale che sarebbe il risultato "logico" della nostra incapacità di gestire la Terra ...
I tuoi ultimi due paragrafi sono basati su un relativismo che mi sembra del tutto irrilevante: se la Terra è pochissima considerata sulla scala dell'universo, è comunque l'unica parte che ci riguarda direttamente e che si impegna la nostra responsabilità: l'energia che viene dissipata non è invano, serve direttamente alla distruzione delle condizioni di vita delle specie viventi, compresi noi.