sen-no-sen ha scritto:La principale critica che si può fare del pellet è che ha trasformato una fonte gratuita in un prodotto pagante il cui scopo ecologico è particolarmente dubbio.
Certamente.
Ma sotto l'analisi "logica", teorica e indubbiamente implacabile (forse vero, ma lasciatemi dubitare che una mente, anche acuta come la vostra, racchiuda tutto " vivo "), cosa facciamo ???
- gratuito: per chi può (tecnicamente, salute, abilità) fare i propri registri! Diversamente, per kWh sdoganato, il ceppo acquistato, anche dalla "nera" (in circuiti paralleli, taglialegna o contadini che fanno questo oltre alla loro attività), è più costoso del pellet ("chiaro").
- la quota di energia incorporata, in circuiti "ragionevoli" (acquistata da un produttore situato anche a 100 km da casa), nel pellet è bassa: una piccola% (questo dipende principalmente dalla tecnica di essiccazione - con biomasse, o con gas) ...
- consumo di energia elettrica anche: io consumo, con un grande congelatore (orto richiede), un forno elettrico, una pompa elettrica con CESI, anche 2 400 kWh / anno, che vanno caldaia (ho lasciato 3 700 c'è un dieci anni). E, naturalmente, ho chate molto su internet (la prova) e mettere video su Youtube (non so se la fonte è attendibile, ma rappresenterebbe 9% del consumo nazionale di elettricità? Probabilmente più della mia caldaia.)
Ci sarebbero quindi, dal mio punto di vista, alcune sfumature da aggiungere ai vostri commenti. A rischio che il "pensiero" perda la sua "bellezza estetica e radicale".
Ma soprattutto, a 65 anni, cardiaco, cosa fai ??? Come ti riscaldi ??? In concreto, per favore, non sodomizzare la Drosophila. Questo mi interessa, perché ho pensato molto prima di agire. E le tue parole, nella loro radicalità, mi hanno colpito! Ho escluso qualsiasi tecnica basata sull'elettricità a predominanza nucleare (scelta che può essere qualificata come "politica", che presumo; si può anche vedere in essa una preoccupazione per la coerenza: non ho voglia di ho una centrale nucleare dietro il mio orto, quindi non la impongo ad altri!). Quindi ho dato la priorità alla "decarbonizzazione". Senza essere ingenuo sui "limiti" da me scelti (una caldaia a condensazione a pellet - con un tasso di emissione di particelle vicino alle caldaie a gasolio - non arriva a gas, ma è "neutra", al 90% , in carbonio fossile), silo per pellet sfuso, 2 anni di capacità di stoccaggio per potersi adattare in base alla curva dei prezzi). Ovviamente senza elettricità non funziona. Ma come ogni caldaia, qualsiasi moderno circuito di riscaldamento con circolatori! Sto considerando un "sostegno" da parte di un gruppo.
Infine, se potessi sostenere lo scopo ecologico PARTICOLARMENTE dubbia. Sto ovviamente parlando di un mondo realmente esistente e delle scelte a disposizione di una persona. Non la soluzione "into the wild" (morbosa tra l'altro).